Alla mia Bambina Deborah
• Era forse arrivato il momento della tua nascita, non avevo ancora le doglie, ma la tua nonna era più in ansia di me ed anche se mancavano 5 giorni alla data presunta del parto, mi fa accompagnare in ospedale dal tuo papà, io ascolto le sue sensazioni e mi lascio portare.
• Arrivata all’ospedale di Sesto San Giovanni, mi ritrovo con 10 medici intorno a me, mi visitano e parlano tra di loro, cerco di ascoltare quello che dicono ma è un vociare continuo ed incomprensibile, cerco di rilassarmi un po’ e per farlo non devo pensare di essere li, sdraiata con le gambe aperte; allora chiudo gli occhi e mi appare davanti la scena (come se fosse un film), della notte in cui io e tuo padre ti abbiamo concepita.
• Mi rivedo sdraiata sulla nuda sabbia di Riccione, io e Giorgio eravamo sposati già da tre anni e la voglia di amarci era sempre grande, e tutte le sere prima di rientrare a casa ci fermavamo ad amarci in riva al mare, sotto la luce delle stelle con la luna che ci spiava e sorrideva del nostro amore.
• Mi ritorna in mente una sera in particolare, quando dopo esserci amati, rientrando a casa mano nella mano, io comincio a non sentirmi bene e di li a poco, mi prende una forte nausea e do di stomaco. In un primo momento penso di aver preso un colpo di freddo, ma nei giorni a seguire il malessere continua e scopro così che dentro di me stava crescendo un bambino.
• Le nausee continuano per tre mesi consecutivi, ma poi finalmente cessano ed io riesco a godermi pienamente la mia gravidanza, con tutto l’amore intorno a me, in attesa di poterti conoscere ed abbracciare.
• Nel frattempo decidiamo di chiamarti Deborah e prepariamo tutto per il tuo arrivo. La tua nonna non sta nella pelle, non vede l’ora di abbracciarti e comincia a chiamarti: “La rosa di Maggio”. I medici con i loro calcoli avevano detto che saresti nata i primi di Maggio ed invece quel giorno, la nonna, aveva capito che era arrivato il momento tanto atteso.
• Sento i medici parlare nuovamente, dicono che vogliono farmi partorire ed io chiedo a tuo padre di farsi dire il perché, e così si allontana anche lui lasciandomi sola. Comincio ad avere paura, perché non so nulla, mi riempiono di flebo per aiutarmi a farti nascere, sento tanto dolore, ma rimango in silenzio. Le grida sono tutte dentro di me, tra la paura che qualcosa vada storto ed il dolore delle forti contrazioni, ma il desiderio di aiutarti a venire al mondo è tanto grande che l’unica cosa che mi riesce bene è spingere.
• “Spingi, mi urlano medici ed infermiere”. Spingo forte e poi apro gli occhi e davanti a me questo bellissimo dottore che prende la tua testolina.
• “Spingi, mi gridano ancora”.
• Spingo con tutta la mia forza, ed eccoti: La mia Rosa di Maggio.
• Era il 22 Aprile, ma eri così bella che non potevo non chiamarti così.
• E’ stato bellissimo, sentirti dentro di me, è stato bellissimo amarti e vederti diventare la Donna che oggi sei.
• “La mia Rosa di Maggio” ieri, oggi e per sempre.
• La tua mamma Gio
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E' NATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA AUGURI AMORE DI MAMMA 
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